Il cavaliere Perceval
La coppa e la spada sono due simboli che hanno attraversato sia il tempo che lo spazio, simboli chiaramente sessuali che rappresentano il grembo, l’utero ed il fallo.
La coppa accoglie, riceve e custodisce. La spada invece è penetrante e combattiva/difensiva.
In questo periodo di Beltane, faremo un tuffo nella storia celtica e proveremo di decifrare assieme alcuni simboli ricorrenti che sono sopravvissuti pure nelle leggende della mitologia cattolica delle terre oltre il mare del Nord…
Una spada luminosa che possiamo ritrovare nei racconti dei famosi Tùatha Dé Danann nelle mani del dio Nuada, è uno dei 4 tesori di questo popolo proto-Irlandese.
Nuada era il primo re dei Tùathà Dé Danann, si racconta che la sua spada, chiamata Claíomh Solais (“spada di Luce”) era invincibile in battaglia. Questo tesoro leggendario, origine di molti racconti di spade mitologiche come Excalibur, veniva dalla città di Findias.
Nuada era anche chiamato “dalla mano d’argento” in quanto perse una mano durante un combattimento (come altri re/divinità d’altronde: Osiride perse il suo falo, Odino il suo occhio). Dopo questa sconfitta, fù il suo figlio, Lugh (dio della Luce) a prendere il commando. A lui è consacrata la festa di Lughnasad che approfondiremo verso il mese di agosto.
Lug da canto suo portava la lancia Lùin (”fiammeggiante”, “folgorante”), altro tesoro dei Tùatha che veniva dalla città di Gorias. Lugdunum, era una città a lui dedicata, fu poi chiamata Lione (Lyon, chiaro richiamo al leone, animale solare per eccellenza ed legato alla costellazione corrispondente).
Per quanto riguarda la coppa, tra le più conosciute troviamo ovviamente il Santo Graal, coppa santa della tradizione cristiana e mitologia arturiana (dove ritroviamo anche Excalibur) che aveva il potere di curare le ferite e dare la vita eterna ma non è l’unica coppa esistente!
Anzi, per dirla tutta, in origine non era una coppa vera e propria ma più un calderone!
Eh sì, un poco ci ricorda le streghe, vero?
Sempre nella mitologia celtico-irlandese, possiamo trovare il terzo tesoro dei Tùatha: il calderone del dio Dagda, conosciuto per la sua saggezza ( e di cui abbiamo parlato durante la Candelora/Imbolc).
Si racconta che il suo calderone si riempiva da solo e non lasciava mai nessuno affamato, aveva la possibilità di nutrire un numero illimitato di persone (…piccolo parallelismo con la fertilità della Terra). Il nome del calderone era Coire Ansic, e veniva dalla città di Murias.
Il calderone è un simbolo umile: pentolone, fulcro del focolare, era un utensile legato al mondo femminile. Perché allora era tenuto da un uomo e non da una dea?
Se facessimo questa domanda agli uomini di tutte le antiche tradizioni, ci risponderebbero in coro: “per difenderlo!”.
Infatti è uno dei compiti maggiori dell’uomo: proteggere la vita.
Ne troviamo tracce pure nella Bibbia!
Avere il dominio su tutte le creature non significa usarle e sottometterle ma guidarle e proteggerle.
Purtroppo l’uomo che ha perso il contatto con Madre Terra interpreta i testi come gli pare…
Ci sono altri calderoni nella storia, un altro molto importante è il calderone di Ceridwen che aveva il potere dell’ispirazione poetica. Sarebbe la madre, in modo non convenzionale, del famoso bardo Taliesin, figura mitologica che avrebbe ispirato la figura di Merlino.
Dei 4 tesori dei Tùathà te ne ho illustrato 3, anche se poco c’entra con Beltane, solo per curiosità ti dico qual è il quarto. Si tratta di un oggetto che ritroverai in molte storie, sotto forme magari un poco diverse ma sono sicura che rimettendo tutti i pezzi assieme troverai pane per i tuoi denti se ti piace indagare. Il quarto tesoro è una pietra, chiamata Lià Faìl, “Pietra del Destino”, che gridava se veniva calpestata da un autentico re d’Irlanda. Questo tesoro veniva dalla città di Fàlias.
Sono sicura che anche a te è balzata in mente l’immagine di re Artù che estrae la spada dalla roccia!
In effetti se osserviamo bene la storia ci possiamo ritrovare la pietra (la roccia custode della spada), la spada (Excalibur), la coppa (il “calderone”)… e la lancia?
Beh, pare che sia stato Chrétien de Troyes ad introdurre nel ciclo bretone o “Materia di Britannia” uno dei personaggi più amati del ciclo arturiano: Lancillotto.
La lancia è anche un’altra reliquia, accanto al Graal, che possiamo trovare nella tradizione cattolica e se ci aggiungiamo la spada fiammeggiante dell’arcangelo Michele, siamo a 3 su 4.. Non mi stupirebbe molto se ci fosse un corrispettivo pure per la Pietra del Destino… Chi sa?
A seguire: la magia delle storie
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