Per capire i segreti del mondo, basta osservare la Natura.
Oggi parleremo della nostra mente e della lotta che riesce a creare dentro di noi, a tal punto da farci percepire il mondo in maniera diversa a secondo del nostro stato interiore. Sempre nella scia della Luna del Sole e dell’alchimia, approfondiremo un altro simbolo di unione di opposti: l’arcobaleno. Qual’è il significato dell’arcobaleno, qual’è il suo potere e come portarlo nella nostra vita? Perché è così importante nel portare equilibrio nella nostra mente? Di questo parleremo oggi.
Il messaggio della Natura
L’arcobaleno ci ha sempre affascinati sin da piccoli ed ancora oggi, quando la fortuna vuole che il Ponte divina si fa strada tra le nuvole, ci ritroviamo con il naso all’insù, persi nella meraviglia. Perché non può essere altrimenti dal frutto dell’amore tra il fuoco e l’acqua, questi due antagonisti naturali. L’arcobaleno, si diceva, nascondeva il calderone magico del folletti, calderone d’oro che non si svuotava mai. Il calderone che richiamava quello della Dea Cerridwen ma anche quello di Dagda. Simbolo condiviso del grembo della Grande Madre, di abbondanza, trasformazione e saggezza.
Ma l’arcobaleno è anche il ponte tra Terra e Cielo, tra l’alto ed il basso che nasce solo quando gli elementi sono in armonia. Solo in quelle precise condizioni alchemiche può nascere il miracolo. Ecco che la Natura ancora una volta ci spiega come portare la meraviglia nella nostra vita: lentamente, dolcemente e con grande industria si assisterà al matrimonio sacro tra il Fuoco e l’Acqua dentro di noi, nascerà allora il ponte Tra il Cielo e la Terra che poterà sulle sue ali (Iride, Dea dell’arcobaleno era rappresentata con le ali) la Conoscenza.
In poche parole, dobbiamo accettare gli antagonisti ed opposti dentro di noi, il maschile e femminile ma anche la Luce e l’Ombra, cosa ben più ardua. Non dobbiamo lottare contro la nostra parte oscura, la dobbiamo integrare, capire ed accogliere per sposarla con la nostra Luce.
Questo ci spiega che questa unione è possibile solo grazie alla dolcezza.
fig. Sentimento di felicità e commozione: sentiva una grande d. dentro di sé
Fonte: Dizionario
E’ alquanto curioso che proprio di felicità , ancora, stiamo parlando, solo a provarci di nuovo che questa operazione sia un vero e proprio percorso che necessita di tempo, pazienza e sentimento.
Il lato oscuro
Accettare il lato oscuro va controtendenza, perché ci insegnano da piccoli che è quello il male. E se il male fosse invece nell’atto di disprezzare una parte di noi? Siamo proprio sicuri che l’errore stia l’oggetto e non nell’azione stessa?
Parliamo di aggressività. Tutti a dirci che dobbiamo SEMPRE essere gentili e pacifici. Ma se uccidiamo questa parte di noi, come potremo difenderci in caso di bisogno? La Natura non è fatta solo di Amore e Luce: il leone sbrana la gazzella, il leone è per questo cattivo? No, è nato carnivoro e deve nutrirsi per vivere. Per quanto ci riguarda, questi lati oscuri di noi non sono dannosi a prescindere, lo sono solo quando sono fuori controllo e questo succede quando li si opprime oltre misura. Cosa succede a qualcosa che è troppo sotto pressione? Scoppia. Per questo motivo la dolcezza è primordiale, perché permette di amalgamare due lati opposti e di far nascere da questa unione il terzo, il miracolo.
Integrare questi aspetti di noi ci aiuterà a trovare l’equilibrio. Il triangolo è la prima figura geometrica, simbolo del principio creatore. E’ una figura sacra in tutte le civiltà ma a livello pratico, possiamo anche capire perché la base di 3 è anche simbolo di equilibrio dinamico e non statico come lo è la base 4.
Nel Medioevo, nelle taverne in cui il suolo era ben altro che regolare, si usava un tipo di seduta a 3 gambe che si adattava al suolo, permettendo di star seduti senza che la sedia si metta a “ballare”, cosa improbabile con la classica sedia a 4 gambe (si possono vedere queste sedie e non sgabelli per esempio nel bellissimo castello medievale di Monselice, in provincia di Padova).
La mente ed i due lupi
Il problema nasce quando la nostra mente, specchio interiore della cultura in cui siamo cresciuti, ci mette i bastoni tra le ruote in questa operazione facendo nascere dubbi e paure. Questo succede quando la mente stessa è in uno stato di squilibrio.
Per riportare la mente in equilibrio ci vuole disciplina (e già questo basta per mettere la mente in allerta!). Sul come disciplinare la mente, ne parlerò più avanti. Tieni di conto che pure lei (la mente) è divisa in due. E la lotta che si crea tra questi due aspetti ci uccide lentamente.
C’è un aspetto oscuro che allontaniamo a tutti i costi ed un altro molto più ben accettato perché “politically correct” che se usato senza controllo (perché ricordati che tu NON SEI la tua mente, ma la mente è solo una parte di te) può sfoggiare in tirannia. Da una parte c’è il ribelle, il solitario e l’anticonformista e dall’altra troviamo il corretto, l’uniformato e ben pensante. Due aspetti agli antipodi, come la Luce e l’Ombra. le condizioni ci sono tutte per dare il via ad una guerra eterna e sanguinaria quando ci vorrebbe così poco per riportare la pace dentro di noi…
Se è vero che siamo parte della Natura, non deroghiamo alle sue leggi. Se è vero che bisogna unire due opposti per creare, perché mai dovrebbe essere diverso con noi? Quando avremo imparato ad integrare ed accettare i diversi aspetti di noi, questo equilibrio ci permetterà di vivere più pienamente ed in armonia, sia con il bel tempo che in piena tempesta.
Ecco una leggenda Cherokee che volevo condividere con te:
I due Lupi
Una vecchia leggenda cherokee racconta che un giorno il capo di un grande villaggio decise che era arrivato il momento di insegnare al nipote cosa fosse la vita. Lo porta nella foresta, lo fa sedere ai piedi di un grande albero e gli spiega:
“Figlio mio, si combatte una lotta incensante nella mente e nel cuore di ogni essere umano. Anche se io sono un saggio e vecchio capo, guida della nostra gente, quella stessa lotta avviene dentro di me. Se non ne conosci l’esistenza, ti spaventerai e non saprai mai quale direzione prendere; magari, qualche volta nella vita vincerai, ma poi, senza capire perché, all’improvviso ti ritroverai perso, confuso e in preda alla paura, e rischierai di perdere tutto quello che hai faticato tanto a conquistare.
Crederai di fare le scelte giuste per poi scoprire che erano sbagliate. Se non capisci le forze del bene e del male, la vita individuale e quella collettiva, il vero sé e il falso sé, vivrai sempre in grande tumulto.
È come se ci fossero due grandi lupi che vivono dentro di me: uno bianco, l’altro nero. Il lupo bianco è buono, gentile e innocuo; vive in armonia con tutto ciò che lo circonda e non arreca offesa quando non lo si offende. Il lupo buono, ben ancorato e forte nella comprensione di chi è e di cosa è capace, combatte solo quando è necessario e quando deve proteggere se stesso e la sua famiglia, e anche in questo caso lo fa nel modo giusto; sta molto attento a tutti gli altri lupi del suo branco e non devia mai dalla propria natura.
Ma c’è anche un lupo nero che vive in me, ed è molto diverso: è rumoroso, arrabbiato, scontento, geloso e pauroso. Le più piccole cose gli provocano accessi di rabbia; litiga con chiunque, continuamente, senza ragione. Non riesce a pensare con chiarezza poiché avidità, rabbia e odio in lui sono troppo grandi. Ma è rabbia impotente, figlio mio, poiché non riesce a cambiare niente. Quel lupo cerca guai ovunque vada, perciò li trova facilmente; non si fida di nessuno quindi non ha veri amici.
A volte è difficile vivere con questi due dentro di me, perché entrambi lottano strenuamente per dominare la mia anima.”
Al che, il ragazzo chiede ansiosamente: “Quale dei due lupi vince, nonno?”
Con voce ferma, il capo risponde:
“Tutti e due, figlio mio. Vedi, se scelgo di nutrire solo il lupo bianco quello nero mi aspetta al varco per approfittare di qualche momento di squilibrio, o in cui sono troppo impegnato e non riesco ad avere il controllo di tutte le mie responsabilità, e attaccherà il lupo bianco, provocando così molti problemi a me e alla nostra tribù; sarà sempre arrabbiato e in lotta per ottenere l’attenzione che pretende. Ma se gli presto un po’ di attenzione perché capisco la sua natura, se ne riconosco la potente forza e gli faccio sapere che lo rispetto per il suo carattere e gli chiederò aiuto se la nostra tribù si trovasse mai in gravi problemi, lui sarà felice e anche il lupo bianco sarà felice ed entrambi vincono. E tutti noi vinciamo.”
Confuso, il ragazzo chiede:
“Non capisco, nonno, come possono vincere entrambi?”
Il capo continua:
“Vedi, figlio mio, il lupo nero ha molte importanti qualità di cui posso aver bisogno in certe circostanze: è temerario, determinato e non cede mai; è intelligente, astuto e capace dei pensieri e delle strategie più tortuose, caratteristiche importanti in tempo di guerra. Ha sensi molto acuti e affinati che soltanto chi guarda con gli occhi delle tenebre può valorizzare. Nel caso di un attacco, può essere il nostro miglior alleato.”
Poi il capo tira fuori due pezzi di carne dalla sacca e li getta a terra, uno a sinistra e uno a destra. Li indica e dice:
“Qui alla mia sinistra c’è il cibo per il lupo bianco, e alla mia destra il cibo per il lupo nero. Se scelgo di nutrirli entrambi, non lotteranno mai per attirare la mia attenzione e potrò usare ognuno nel modo che mi è necessario. E, dal momento che non ci sarà guerra tra i due, potrò ascoltare la voce della mia coscienza più profonda e scegliere quale dei due potrà aiutarmi meglio in ogni circostanza.
Vedi, figlio mio, se capisci che ci sono due grandi forze dentro di te e le consideri con uguale rispetto, saranno entrambi vincenti e conviveranno in pace; e la pace, figlio mio, è la missione dei cherokee, il fine ultimo della vita. Un uomo che ottiene la pace interiore ha tutto; un uomo che è lacerato dalla guerra che si combatte dentro di lui, è niente.”
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