Il corpo è il tempio della nostra anima
La via spirituale ha spesso vissuto in maniera conflittuale la fisicità dell’essere umano perché ritenuta troppo materiale, terrena, impura… Il corpo è stato spesso affamato, ferito, ignorato, denigrato e a volte torturato nel tentativo di giungere ad una sorta di “purezza di spirito” accentuando sempre di più la separazione tra anima e tempio. Perché il corpo è un tempio, cosa significa?
Il tempio non è solo un recinto, un “contenitore” ma è anche la via d’accesso, il luogo d’incontro con la divinità. Per gli antichi questi luoghi sacri si trovavano nella natura, e non sempre durante le belle stagioni dove era piacevole soggiornare all’ombra degli alberi; riconoscevano la sacralità anche nella torrida estate o negli inverni più severi, perché la via del incontro con la divinità è mutevole e quindi occorre rimanere flessibili ed imparare a fluire con i cambiamenti.
Il segreto della felicità terrena è fluire con grazia insieme al cambiamento.
– Swami Kriyananda
Il corpo come via d’accesso
Per questo motivo il nostro corpo è un tempio: ci permette di incontrare il divino attraverso vie multiple e mutevoli grazie alle percezioni e sensazioni. Tutte le vie dell’estasi usano il corpo come mezzo, le piante e gli strumenti musicali sono solo accessori.
Non è il sacro Tamburo ad indurre il viaggio, altrimenti anche un sordo riuscirebbe a “viaggiare” con esso, è il suono percepito dall’orecchio a permetterlo; è il corpo lo strumento finale che permette la visione, ben lo sanno le tradizioni che fanno uso del movimento, delle danze, dei canti, delle capanne sudatorie, anche la via del dolore era usata per avvicinarsi alla voce nascosta nel tempio.
L’importanza dell’esperienza diretta
Con il tempo abbiamo perso il significato di quello che ci è stato tramandato, la tradizione è diventata legge e quindi non c’era più bisogno di capire e sperimentare, siamo entrati nell’era del “abbiamo sempre fatto così” e abbiamo cominciato a cercare fuori quello che era dentro, pensando erroneamente che il corpo fosse solo un peso inutile da castigare, un muro che ci separava dal divino quando invece era la chiave; volendosi avvicinare sempre di più al divino, ce ne siamo allontanati.
Più rifiuteremo la nostra fisicità e più accentueremo l’illusione della separazione
Ti faccio un esempio: quando guardi il mare all’orizzonte, vedi l’acqua ed il cielo separati da una fine linea orizzontale: sotto la linea sta il mare, sopra la linea sta il cielo, giusto? Se ora una persona dall’altra parte dell’orizzonte guarda verso di te, sarai sopra la linea ma questo non significa che sei “nel” cielo, sei solo nel mezzo, dalla tua posizione ne sei conscio ma l’altro ha un’altra percezione e ti vede diversamente da come sei realmente. Quindi quella via di mezzo, dove sta? Da lontano esiste un alto e un basso ma “qui” non c’è, tu sei sulla Terra -il basso- che fluttua nel cielo-l’alto- e quindi “alto e basso” cosa significa?
Pensaci: gli assoluti non esistono. Esistono delle leggi universali che muovono le forze della natura: tutto segue quell’Ordine particolare che a noi appare caotico perché inafferrabile. Nella antica Cina, i saggi erano riusciti ad individualizzare queste forze ed il loro movimenti, così nacque l’I Ching o Zhou Yi, Il libro dei Mutamenti.
Questo libro sacro è ancora un’enigma in quanto descrive la formazione dell’universo, le forze che lo compongono ed è alla base della MTC e del Feng shui, discipline che studiano il movimento di queste forze nel corpo umano e nell’ambiente e rispondono alle stesse leggi universali. Alcuni studiosi hanno osservato una curiosa similitudine tra i 64 esagrammi del I Ching ed i codoni del nostro codice genetico.
Quello che vediamo è un cerchio ma in realtà la vera conformazione del “libro” è in 3D: è un globo –qui troverai molte informazioni, in inglese– e sono sicura che stuzzicherà la curiosità dei più tenaci… Detto questo, da dove viene questa propensione a quasi demonizzare il corpo e perché?
Sapere che il nostro corpo è sacro è la chiave per la libertà. Share on X
Il corpo e il nostro legame con la Grande Madre
Il corpo è la nostra controparte terrena, il nostro legame con la Madre, non stupisce che siano proprio quelli che hanno rinnegato la Madre a favore di una tutela esclusivamente patriarcale ad aver tramandato una concezione viziata della nostra fisicità: per unirsi al Padre, bisognava “uccidere” la Madre e denigrare tutto quello che riportava al femmile, se non insabbiandolo del tutto, tramite l’adulterazione del suo potere.
Peccato che le loro modalità hanno sempre fallito ed hanno confuso la pazzia con l’estasi. Perché non ha funzionato? Non erano radicati, avevano perso il contatto con l’altra metà del cielo e hanno preso il volo come un palloncino gonfiato all’elio, si sono persi nel caos dell’illusione e dell’estremismo.
Ma qual è il potere del corpo?
Ci aiuta riconnetterci consapevolmente con lo Spirito, a salire ma anche a scendere, perché è quella la cosa più importante da fare quando hai raggiunto l'”alto”! A cosa serve essere se non a creare (questo non significa solo costruire ma anche distruggere)? Qual è la più bella creazione dell’essere umano se non se stesso? Cosa potrà creare, grazie agli elementi che la Madre gli ha dato, se non un altro corpo dove entrerà il soffio divino? Chi custodirà nel suo grembo quella meravigliosa creazione se non la M/madre?
… Ciò che è in basso è come ciò che è in alto e ciò che è in alto è come ciò che è in basso per fare i miracoli di una sola cosa. E poiché tutte le cose sono e provengono da una sola, per la mediazione di una, così tutte le cose sono nate da questa cosa unica mediante adattamento. Il Sole è suo padre, la Luna è sua madre, il Vento l’ha portata nel suo grembo, la Terra è la sua nutrice. Il padre di tutto, il fine di tutto il mondo è qui. La sua forza o potenza è intera se essa è convertita in terra…
– Tavola smeraldina attribuita ad Ermete Trismegisto
E se lo dice nientedipopomenoché Ermete Trismegisto aka Thot, dio egizio della Conoscenza, quasi quasi un pensierino lo farei!
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