Oggi vorrei parlarti dello sciamanesimo transculturale e da dove viene, visto che lo pratico da quasi 10 anni ormai e che ricevo spesso molte domande in proposito.
Lo sciamanesimo transculturale, o sciamanesimo essenziale o ancora core-shamanism, è una pratica studiata e documentata da Michael Harner, di cui è il padre fondatore, in base ai suoi studi sulle diverse tradizioni sciamaniche presenti ancora oggi sul pianeta.
La scoperta dello sciamanesimo transculturale
Tutto comincia una notte del 1961, tra gli Indios Conibo del Perù. Gli Indios impongono a Michael Harner, durante uno dei suoi viaggi per capire la cultura indigena, di bere la bevanda psicotropa usata dai loro sciamani come requisito essenziale per informarsi sulle loro esperienze spirituali e la loro religione. Si tratta di una pianta-maestra: l’ayahuasca. Harner accetta la pozione e vive un’esperienza estremamente potente e che sfida radicalmente la sua visione occidentale della realtà.
Nel libro “La via dello sciamano”, ed. Mediterranee, racconterà nei dettagli la sua esperienza con l’ayahuasca e gli “icaros”, canti sacri delle cerimonie con la pianta-maestra, che lo porterà sulla soglia della morte ma che diventerà nello stesso tempo il punto di partenza dei suoi studi alla ricerca del nocciolo dello sciamanesimo e di quella realtà comune a tutti gli esseri umani, al di là della loro religione, etnia e cultura: la realtà non-ordinaria.
Gli stati alterati di coscienza: l’uso del suono
Quell’esperienza con l’ayahuasca gli aveva aperto gli occhi su un nuovo mondo ma, avendoci rischiato la vita, M. Harner cercò altri metodi di alterazione della percezione che non coinvolsero sostanze psicoattive usate a quei tempi.
Harner aveva già avuto un’esperienza forte indotta solo dal suono del tamburo e dai canti sacri nel lontano 1948, in un pueblo Zuni del New Mexico. Intorno agli anni 50, fece altre esperienze simili con i sonagli dei Mohavee dei Cahuilla.
Negli anni 60 ammise:
“A poco a poco le mie ricerche transculturali mi costrinsero a concludere che, nella maggioranza delle culture native, gli sciamani non facevano uso di piante psicotrope per indurre cambiamenti di coscienza.” (M. Harner)
Le sue ricerche lo portarono negli anni 80 agli sciamani siberiani, che non avevano assolutamente bisogno di sostanze per indurre il viaggio sciamanico, a conferma di ciò che aveva scoperto e sperimentato lui stesso anni prima.
Il suono monotono del tamburo, battuto ad un ritmo ben preciso, era in grado di ampliare la coscienza. Infatti, il battito del tamburo era in grado di indurre una variazione delle onde cerebrali, verso un tracciato di tipo Theta, ritenuto dagli accademici il più efficace per indurre stati di trance. Era possibile sperimentare il viaggio sciamanico solo con l’uso del suono per alterare la coscienza e le esperienze vissute erano assimilabili a quelli degli sciamani nativi, come poi documenterà nel suo libro La caverna e il cosmo, ed. Crisalide.
Lo sciamanesimo transculturale: uno strumento per recuperare la nostra eredità spirituale
L’animismo, radice dello sciamanesimo, era la fede più antica del mondo, ma sopratutto era universale; ciò significa che anche in Europa, si potevano riscontrare alcune pratiche animiche e sciamaniche. Michael Harner ipotizzò che il volo delle streghe fosse in realtà un’esperienza psichedelica indotta dall’assunzione di piante psicotrope, come spiegherà nel suo testo Hallucinogens and sciamanism, presentato al convegno dell’American Anthropological Association nel 1965.
Di fronte alla perdita del suo bagaglio ancestrale, Michael Harner decise di insegnare la pratica di ciò che avrebbe chiamato Core- Shamanism al mondo occidentale per permettergli di ricollegarsi con la sua memoria antica e recuperare quella parte di eredità spirituale che gli era stato derubato dall’oppressione religiosa avvenuta nei secoli scorsi.
“Negli anni 60 iniziai a creare un’ampia biblioteca di pubblicazioni relative allo sciamanesimo, e negli anni 70 cominciai anche a raccogliere le testimonianze di studenti occidentali che avevano fatto dei viaggi sciamanici o altri tipi di esperienze sciamaniche. oggi questi materiali costituiscono lo shamanic knowledge conservatory della fondazione, che include anche le pubblicazioni sullo sciamanesimo nativo e un gran numero di oggetti sciamanici.”
(Michael Harner)
Durante i numerosi anni durante i quali ha insegnato le tecniche della pratica dello sciamanesimo transcultrale, Michael harner ha custodito i resoconti dei viaggi dei suoi studenti, facendo una sorta di “mappatura” della realtà non-ordinaria e ha notato, come viene illustrato benissimo nel libro La caverna e il cosmo, che questa mappatura sembra universale in quanto la rappresentazione dei mondi è simile a quella che gli sciamani nativi si tramandano di generazione in generazione.
La pratica sciamanica è un’esperienza diretta ed autentica che ci permette di ricollegarci con un mondo al quale, in definitiva, abbiamo sempre appartenuto, ma senza i dogmi religiosi.
Il viaggio sciamanico: cos’è e a cosa serve
Millenni fa, le tribù si rivolgevano allo sciamano perché era il trait d’union tra visibile ed invisibile: riusciva ad accedere ad informazioni di reale importanza per la sua gente, come dove andare a cacciare, quando seminare, quali erbe usare per guarire le malattie, ecc… Era un sacerdote, un guaritore, una guida, ma anche un guerriero.
Ora che compriamo la frutta e la verdura al supermercato, che abbiamo internet, e che ci sono farmacie ad ogni angolo di strada, a cosa ci servirebbe avere un collegamento diretto col mondo invisibile… se non per ritrovare noi stessi e recuperare la nostra memoria ancestrale?
→ Potrebbe interessarti: La ricerca della visione, tra Vision Quest ed iniziazione
La pratica sciamanica può aiutarci a capire chi siamo realmente e per ricevere un aiuto, una guida dai nostri Alleati (Animali di Potere, Maestri) per lavorare su di noi, per ricollegarci in modo consapevole all’universo, per evolvere, per cercare di liberarci dalle nostre paure e guarire dalle nostre ferite, per vedere la vita da un’altra prospettiva e vivere con più serenità portando ciò che ognuno di noi ha di unico al mondo.
Il viaggio sciamanico serve a diventare più consapevoli, autonomi, più liberi; serve a capire il mondo e a stare nel mondo in modo più equilibrato. Ci aiuta ad essere degli esseri umani migliori, in grado di sentire la forza dell’universo nella propria vita e a relazionarci col mondo della realtà non-ordinaria in modo da poter agire in equilibrio con le leggi dell’Universo.
Ma ora, risponderò alle due domande che ricevo più spesso in email…
Vuoi rimanere aggiornat@ ?
Iscriviti alla newsletter e riceverai la lista dei migliori articoli e delle news più discusse.