Ho deciso di scrivere questo articolo per un motivo: sembra che lo sciamanesimo sia ora una pratica che vada , ahimè, di moda e molte persone si ritrovano a doversi districare in mezzo a quello che ormai è diventato un pot-pourri di pratiche energetiche/spirituali; motivo per il quale mi capita di ricevere domande di persone che hanno un’idea assai confusa della cosa.
Il termine “sciamanesimo” deriva da una parola tungusi (saman: “uomo che sa”, “uomo saggio”) ed è stata usata spesso per designare principalmente quello che in tutto il mondo era presente come animismo, ma il concetto di sciamanesimo si riferisce in realtà a tutte quelle pratiche di radice animista che mirano a collegarsi con il mondo degli Spiriti in maniera volontaria e diretta.
L’animismo è la credenza che ogni creatura, animata o inanimata che sia -come le rocce, per esempio- ospita una coscienza; lo sciamanesimo invece è la pratica intenzionale che l’uomo saggio mette in opera per collegarsi con gli Spiriti.
In poche parole, anche se gli sciamani sono animisti, non tutti gli animisti sono sciamani.
Detto ciò, tengo a precisare che sono solo una praticante sciamanica in cammino, che non pretende di detenere la Verità assoluta tuttavia la mia pratica e la mia esperienza mi hanno portato a venire a conoscenza di alcune cose che vorrei condividere. Il mio intento nello scrivere questo articolo è di fare un poco di chiarezza per quanto mi è possibile, con umiltà e rimanendo aperta ad ogni critica. Non mi dilungherò molto nei diversi punti perché richiederebbero pagine e pagine di spiegazioni quindi dove possibile, sceglierò la via la più corta e logica senza dilungarmi in spiegazioni che coinvolgano troppo l’aspetto spirituale.
1. Lo sciamanesimo NON è una pratica derivante dalla new Age.
Le pratiche sciamaniche delle società animiste risalgono probabilmente al paleolitico: tracce di riti sciamanici funebri datati dal 150.000 AC sono state ritrovate in Iraq.
La new Age invece è un movimento nato negli anni 60 che si è ispirato in modo superficiale a molte tradizioni antiche, direi anche troppe tradizioni per essere una cosa mirata e approfondita a dovere. Solo per lo spazio temporale che separa queste pratiche è facile capire che lo sciamanesimo NON può derivare dalla new Age.
2. Lo sciamanesimo NON è una pratica che richiede l’uso di droghe.
Ogni società animista ha sviluppato la pratica che le era più congeniale per alterare la coscienza in base all’ambiente circostante, alle credenze della tribù, le sue esperienze dirette,ecc… Per questo motivo ci sono tradizioni che usano alcune sostanze enteogene (come certe tribù della Bolivia, Perù, Messico,…) e altre che accedono ai stati ampliati di coscienza con l’uso di strumenti musicali (tamburi e sonagli sono i più conosciuti) oppure tramite esperienze fisiche che portano il corpo al punto di “rottura” (Inipi, Vision quest, Sun dance,…) oppure tramite tecniche di movimento, respirazione,ecc….
Gli sciamani siberiani non hanno mai fatto uso di ayahuasca perché questa liana non fa parte del loro ambiente naturale ed usano il suono del sacro Tamburo per accedere al viaggio sciamanico. Questo non significa che il viaggio di uno Sciamano che usa il battito del Tamburo sia meno efficace del viaggio dello Sciamano che usa sostanze enteogene, sono modi diversi. La pratica sciamanica mira ad accedere ad uno stato alterato di coscienza per poter entrare in comunicazione con gli altri mondi e gli Spiriti, esistono molte tecniche diverse che permettono di accederci.
Tuttavia è giusto e doveroso precisare che gli Sciamani amazzonici sono cresciuti in un ambiente socio-culturale che ha fornito loro tutte le informazioni raccolte in secoli di uso di quelle sostanze e che costituisce parte della loro tradizione ancestrale; noi, occidentali, pretendiamo spesso invece fare uso di queste sostanze senza la minima preparazione.
Questo è un approccio profondamente sbagliato ed irrispettoso sia verso la tradizione sciamanica che usa quella medicina; sia verso noi stessi perché, oltre a peccare di arroganza, rischiamo di danneggiarci sia fisicamente che spiritualmente; sia verso lo Spirito della medicina stessa (stiamo parlando di sciamanesimo quindi è giusto ricordarci dell’esistenze degli Spiriti della natura) che può agire indipendentemente dalla nostra volontà.
3. Lo sciamanesimo NON è una religione
Forse questo è il punto più difficile da spiegare visto l’ambiente culturale in cui siamo cresciuti. Le religioni hanno una struttura determinata, un credo riconosciuto da tutti e riconoscono la figura di sacerdoti come detentori della conoscenza e come tramite tra la divinità ed il singolo.
Ogni corrente religiosa riconosce una determinata cosmogonia, o storia della creazione che viene poi insegnata o tramandata da sacerdoti, sono riconosciute solo alcune figure divine, ecc… Non è difficile riconoscere nei rituali religiosi alcune pratiche che possono ricondurre alle pratiche sciamaniche ma ciò non significa che lo sciamanesimo sia parte delle religioni o esso stesso una religione. Lo sciamanesimo è una pratica, uno strumento che permette all’uomo di entrare in contatto con il mondo degli Spiriti e ricevere insegnamento, guarigione, potere in modo diretto.
Esistono molte tradizioni sciamaniche diverse sia nell’uso degli strumenti che lo scopo delle proprie pratiche ma non si escludono a vicenda. Mentre nello cattolicesimo si esclude l’esistenza delle divinità di altre religioni; le tradizioni sciamaniche non escludono nessuno in quanto si riferiscono al luogo in cui si trovano e sono quindi collegate al proprio luogo, ai propri Antenati, ecc…
Inoltre è una pratica che può essere svolta in maniera solitaria e quindi del tutto personale (dopo averne imparato correttamente le basi e tecniche).
4. Lo sciamanesimo NON è solo una pratica di guarigione.
Molti pensano che il fulcro della pratica sciamanica si focalizza esclusivamente sulla guarigione energetica/spirituale. Non è corretto. Bisogna ricordare che alla base, si tratta di una pratica nata quando l’uomo viveva ancora nelle caverne e sopravviveva grazie alla caccia; era quindi vitale per la comunità sapere dove trovare cibo, quando e come. Lo sciamano era allora la figura che permetteva di entrare in comunicazione con gli Spiriti degli animali che sarebbero stati cacciati.
Gli animali allora non erano considerati solo materia di cui cibarsi ma erano rispettati e venivano fatte offerte ai loro Spiriti sia per ringraziarli del loro sacrificio, sia per evitare che la loro ira si abbattesse sulla comunità provocando difficoltà nella caccia e quindi carestia.
Detto questo, quando rimettiamo lo sciamanesimo nel suo contesto è facile capire che lo Sciamano era dunque colui che, grazie alla comunicazione diretta con gli Spiriti, dava informazioni su dove trovare il cibo. Era anche colui che chiedeva l’aiuto degli Spiriti per attaccare i nemici ma anche per sapere quali piante usare in caso di ferite e/o malattia. La pratica sciamanica era parte integrante della vita delle tribù, sia per lo sostentamento, sia per la guarigione che durante le guerre tra tribù nemiche.
Nella nostra cultura abbiamo superato il problema della caccia e dello sostentamento tuttavia c’è chi, praticante sciamanico, decide di perseguire la via dell’apprendimento invece di quella della guarigione o del guerriero.
5. Lo sciamanesimo NON è tutto rose e fiori, luce e pace interiore
C’è chi pensa che facendo viaggi sciamanici ed incontrando i propri Alleati o Maestri Spirituali potrà chiedere tutto quello che vuole, come se fosse la letterina a Babbo Natale. Non è così che funziona. La pratica sciamanica richiede un grande lavoro su di sé, e spesso volentieri saranno di più i momenti di sconforto e difficoltà che i doni. Ricordo che bisogna sapere morire per poter rinascere.
Perché questi momento bui? Semplicemente perché un praticante serio sarà confrontato con i lati “grezzi” di sé, in modo da lavorarci, imparare e fare esperienza. Si tratta di un percorso di insegnamento senza fine, davvero infinito, che non si focalizza sull’apprendimento mentale ma su quello esperienziale. Questo significa che se devi imparare a nuotare, probabilmente verrai buttato in acqua. Semplice, diretto ed efficace (ma MOLTO scomodo).
Molti si fanno un’idea molto romantica della pratica sciamanica: la stanzina con luce di candela, l’altarino con gli oggetti belli-belli comprati su Amazon, il tamburo e poi basta sedersi comodi su un cuscino e meditare. La pratica non è solo viaggiare, è qualcosa che coinvolge la vita quotidiana: è lavorare su di sé con onestà riconoscendo anche e sopratutto quelle cose di noi che non vorremmo ammettere, è ricordare l’impatto che si ha sul proprio ambiente e sulla propria comunità, è agire in equilibrio.
La pratica non si ferma a quella stanzina tranquilla, è anche e sopratutto fuori, perché gli Spiriti non sono solo lì dove fuma la salvia bianca, dove ci sono le offerte, dove ci sono gli altari. Gli Spiriti sono ovunque, la natura è ovunque. Potrai imparare molto anche solo osservando come un albero vive attraverso le stagioni, senza tamburi, senza sostanze, solo con pazienza, disciplina e spirito di apertura. Potrai imparare molto anche durante i momenti di rabbia, essendo presente in te stesso e vivendo quell’emozione. È lì che si trova il dono : in quello che svilupperai durante la prova e che ti porterà ad avanzare di mezzo passo alla volta sulla via della conoscenza.
Concludo parafrasando Harvey Mackay:
Nessuno ha detto che sarebbe stato facile,
ma solo che ne sarebbe valsa la pena.
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2 Comments
Ciao Sandra, questo articolo è molto interesante e concordo con tutto quello che scrivi, tuttavia vorrei richiamare l’attenzione sull’argomento New Age che, purtroppo, è stato ridotto ad un contesto superficiale e denigrante da tutto ciò che è stato usato a scopo di sfruttamento e interesse personale. La New Age è letteralmente il passaggio ad una nuova era zodiacale, in questo tempo, all’era dell’Acquario e da sempre questi passaggi conducono ad un rinnovamento dell’energia (la simbologia del nuovo testamento, infatti, altro non è che il passaggio dall’era dell’Ariete a quella dei Pesci con i relativi risvolti simbolici), collocando quindi in questo contesto ciò che dovrebbe rappresentare la New Age, si evidenzia come tale movimento, trasformato in una sorta di fenomeno da baraccone, non sia altro che la manifestazione di un cambiamento direzionale, principalmente a livello personale. Si può dire quindi che nessuna pratica attribuita alla New Age sia in effetti New Age perchè questa è solo un proseguimento del percorso temporale. Che poi, purtroppo, molti abbiano voluto sfruttare questa condizione per trasformarla in un opportunità in cui giustificare ogni nuova pratica derivante da pratiche antiche o in altre inventate e adattate per altri scopi, la New Age non ne è responsabile… ritengo però che riabilitare l’essenza di ciò che rappresenta la nuova era sarebbe necessario per non farla finire nel superfluo calderone dove ognuno getta ogni cosa… questa però è la mia umile opinione. Grazie per i tuoi spunti riflessivi, Ciao
Ti ringrazio Ferdinando per la tua interessante precisazione sul tema “New Age”.
In effetti nell’articolo mi riferivo al calderone dentro il quale fanno confluire un po’ di tutto e non al concetto stesso del passaggio di ere zodiacali.
Trovo sopratutto interessante quello dici: “Si può dire quindi che nessuna pratica attribuita alla New Age sia in effetti New Age”…
Vuol dire molto!
Ti ringrazio di nuovo per il tuo prezioso intervento, sei sempre il benvenuto su queste pagine 🙂
Un abbraccio,