Questo 22 settembre assisteremo all’equinozio che segnerà l’entrata del sole nel segno della bilancia, sarà il simbolo di questo momento di passaggio e proveremo insieme di capire quali sono gli insegnamenti di questo periodo.
La bilancia è l’unico segno rappresentato da un essere inanimato, è l’unico strumento dello zodiaco e taglia quest’ultimo in due: è la fine della metà crescente e l’inizio della parte decrescente. Giorno e notte, luce ed ombra hanno lo stesso peso, giungiamo al momento dell’equilibrio tra le due forza che governano il mondo.
Bilancia, strumento di Medicina
La bilancia è l’unico strumento dello zodiaco, è l’unica figura inanimata, ovvero senza anima. Di chi è questo strumento e perché è vuoto?
Concepire il vuoto per noi è difficile, spesso vuoto significa inutile o incompleto e invece è proprio il contrario! Solo facendo il vuoto dentro di noi riusciamo a lasciar spazio ai lampi di intuizione, all’ ispirazione. Nel pieno non c’è movimento, non c’è spazio. Il vuoto permette questo movimento, permette all’ energia di fluire, permette all’ anima di scendere.
La bilancia è inanimata, senza anima, proprio per questo motivo: attraverso il suo vuoto, essa permette all’ energia di prendere posto in lei e quindi essa è un canale, un osso cavo, uno strumento di guarigione.
La bilancia è un asse verticale che collega l’alto ed il basso, è una sorta di axis mundi. Inoltre i suoi piatti posti a destra e sinistra, ad Est ed Ovest, ne fanno una sorta di rosa dei venti, una ruota di Medicina. Questo asse verticale che collega il cielo e la terra è uno simbolo forte che ritroviamo ovunque nel mondo. Nella ruota di Medicina nativa, l’axis mundi si trova nel centro. Mentre nelle tradizioni native abbiamo una raffigurazione del mondo “da sopra”, in occidente invece la visione del mondo e dell’asse del mondo è raffigurato di profilo.
Essendo strumento, significa che la bilancia deve servire ad uno scopo. La bilancia serve a pesare, a trovare l’equilibrio nel centro, lo stato di grazia.
Nello sciamanesimo, la malattia è vista come un disequilibrio; la medicina sciamanica consiste quindi a riportare questo stato di equilibrio attraverso alcune tecniche: estrazione di energie aliene, recupero di energia mancante, armonizzazione e consapevolezza. Strumenti che aiutano a riportare l’essere umano (con corpo, cuore, mente e spirito) nel suo centro.
L’energia è un potere che deve fluire, come l’acqua scivola dalla sorgente al mare per poi risalire attraverso le nuvole. Un’energia stagnante porta disequilibrio, malattia, distruzione. Un asse forte permette di collegare le energie ma anch’esse devono fluire, l’asse deve quindi essere vuoto, cavo, pulito, privo da ogni ostacolo nel suo interno. Un canale.
La bilancia deve diventare un nostro strumento, o meglio, quando è ora di riportare equilibrio nella nostra vita, dobbiamo diventare la bilancia: cava nel suo asse che collega l’alto con il basso per permette all’ energia di scendere, cava per permettere al vuoto di svolgere la sua funzione di canale, e con la mente assai forte da poter sopportare il peso delle forze antagoniste; così sarà possibile trovare il punto di equilibrio, nel centro perfetto. Per trovare l’equilibrio, bisogna conoscere il peso di ogni parte, di ogni realtà. Per questo la verità si trova sempre nel mezzo.
Il dono del sacrificio
Il mito collegato a questo periodo ed al segno della Bilancia in particolare è quello di Tiresia, l’indovino di Tebe.
Un giorno, camminando nella foresta vide due serpenti che si accoppiavano. Egli pose il suo bastone in mezzo ai loro corpi, li separò e, in quell’istante venne trasformato in una donna. Visse con questa identità per molti anni finché un giorno, ripassando nella stessa foresta, gli capitò di rivedere i due serpenti avvinghiati e decise di dividerli nuovamente e fu ritrasformato in uomo. La vista gli venne tolta in seguito da Era durante una controversia che la opponeva a suo marito. Zeus invece lo consolò donandogli poteri profetici e con il privilegio di vivere a lungo, per sette generazioni.
Per prima cosa, non può non venirci in mente leggendo questa storia uno degli simboli esoterici più importanti in assoluto: il caduceo. Il bastone posto tra due serpenti avvinghiati di cui abbiamo già parlato in un precedente articolo che riguardava l’equinozio di primavera: stesso bastone, polarità diversa.
Questi serpenti rappresentano le due forze antagoniste che si uniscono invece di lottare, risalgono l’axis mundi per giungere ad un nuovo stadio dell’esistenza. Inoltre, il nostro bravo Tiresias si ritrova come il buon vechcio Odino della tradizione norrena a dover sacrificare i suoi occhi per poter vedere.
La mitologia pullula di storie in cui un uomo perde la vista, sacrifica la sua visione del mondo materiale per poter acquisire la vista dell’altro mondo, la realtà non ordinaria, l’altro mondo. Odino era rimasto appesa in testa in giù all’Yggdrasil, l’albero del mondo, e aveva sacrificato un suo occhio per guadagnarsi il privilegio di conoscere le rune. Ritroviamo quindi di nuovo questo asso del mondo ed il tema del sacrificio.
Ma cosa significa “sacrificio”? Deriva dalla parola latina sacrificium: sacer- e -facere : fare, rendere sacro. Sacrificare non significa quindi distruggere ma rendere sacro.
Rendere sacro è un compito estremamente gravoso perché implica di rinunciare al profano, all’imperfetto. Per questo motivo queste figure mitologiche rinunciano all’occhio imperfetto per poter acquisire l’occhio perfetto, divino.
Parliamo del terzo occhio? Dell’occhio che tutto vede?
Di sicuro si tratta dell’occhio capace di vedere il futuro, di vedere dentro l’uomo, è l’occhio della conoscenza del passato e del futuro, del bene e del male.
Ma per acquisire la saggezza, la conoscenza e quindi il potere, bisogna rendersi sacri, rinunciare alla propria imperfezione. Questo sacrificio è spesso doloroso perché implica rinunciare alle proprie maschere, alle proprie identità costruite, all’ ego.
Bisogna in qualche modo morire per poter rinascere. Marcire come frutto per poter rinascere come seme.
Nel prossimo articolo:
Vuoi rimanere aggiornat@ ?
Iscriviti alla newsletter e riceverai la lista dei migliori articoli e delle news più discusse.
2 Comments
Ciao! Sono nata la notte tra il 22 e 23 settembre del 1967…era un venerdì. Mi riconosco appieno nel tuo articolo. Prova ne è che nella vita ho scelto alambicchi e piante officinali: faccio la farmacista! Desideravo ringraziarti per avermi regalato un viaggio in una dimensione a me familiare….un caro saluto. Angy
Grazie a te, cara Angy!
Un abbraccio e che il Cammino Sacro ti sia lieve <3